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Per Mandiaye



 

Mandiaye Ubu

 

Cari amici,

è da domenica pomeriggio, da quando abbiamo appreso la notizia della morte di Mandiaye, che siamo in una sorta di veglia continua: accompagnati dai messaggi, dalle telefonate, dalle preghiere, dagli abbracci di tanti, ognuno con ogni mezzo vuole essere presente, in punta di piedi, in questa danza requiem per il nostro grande amico attore, con cui dal 1989 abbiamo posto le basi del nostro teatro attraversando insieme i canti e i paesaggi d'Africa.

Mandiaye era solito usare parole d'eternità: erano la sua sfida alla morte, quella caducità cui il teatro è geneticamente legato. Conserviamo una lettera speciale, scritta da Mandiaye per la morte di una persona cara alle Albe: " dobbiamo sapere che la morte vive con noi, è il nostro compagno più vicino, dorme con noi, si diverte con noi, fa tutto con noi, ma prima o poi ci tradirà... è per quello che mia nonna diceva sempre che bisogna tradirla prima che ti tradisca... per questo dobbiamo pregare, perché la lontananza di chi scompare diventi un bene per tutti noi, perché questa persona cui abbiamo portato amore diventi un'antenata di storia e racconti per tutti noi".

Mandiaye era un devoto alla luna e per sostenere meglio e più a lungo la sua inguardabile luminosità, si metteva un dito sotto il mento e in questo modo si alzava il capo, con gesto infantile. Un gesto che ha più volte usato negli spettacoli e che ha indicato a noi come poter guardare "attraverso". Anche noi ora ci metteremo il dito sotto al mento, per poter continuare a vedere il nostro amato compagno. Sorridenti. Un abbraccio a tutti voi

Teatro delle Albe

Ravenna, 9 giugno 2014

 

Addio cavaliere del sogno: se n'è andato l'attore Mandiaye N'Diaye (di Massimo Marino, BOblog, "Corriere di Bologna", 9 giugno 2014)

La semente e le radici (di Michele Pascarella, "Gagarin Magazine", 9 giugno 2014)