English


Prologo alle Albe

Non fare l’asino 
mi dicono
gli amici.
E’ una parola.
Come posso contrastare
la mia natura asinina?
Non posso… non posso… non pooossssooooooo!
Sono condannato
da queste orecchie spropositate
sono condannato ad ascoltare i lamenti
tutti i lamenti
con queste orecchie non me ne perdo uno.
Chi si lamenta perché ha fame
chi si lamenta perché ha sete
chi si lamenta perché non respira
chi si lamenta perché lo torturano
e chi si lamenta perché gli rubano i figli
e li vendono al mercato come cipolle.
Io li ascolto tutti quei lamenti
e quelle voci stridule
come il gesso sulle lavagne
tutti registrati qui
in questa zucca d’asino.
Non fare l’asino
mi dico
io a me.
E’ una parola.
Come posso contrastare
la mia natura asinina?
Anche invecchiando non miglioro.
Come invidio gli uomini, io
e le loro orecchie pocket!
Beati gli uomini perché sono sordi
e dei sordi è il regno dei cieli.
Degli asini è la terra, marcia
lamentosa
e come se non bastasse io mi commuovo
come un idiota
sempre con gli occhi lucidi
sempre con gli occhi bagnati
come un idiota davanti alla televisione.
Davanti alla televisione mi commuovo
al cinema mi commuovo
nelle sale d’aspetto delle stazioni mi commuovo
nei gabinetti pubblici pieni di versi osceni
Giulio sono la tua troia telefonami
mi commuovo
come davanti all’Infinito…
Sono un idiota io?
Sono un cretino io?
Sono un asino io?
Sì, sono un asino
e non riesco
a non versare
lacrime…

in Siamo asini o pedanti? di Marco Martinelli, Edizioni Essegi, Ravenna, 1989