English


Treno di parole - Viaggio nella poesia di Raffaello Baldini

trenodiparole


Il film verrà proiettato all'interno dei Parlamenti di aprile 2019, venerdì 12 aprile alle ore 19, presso il Teatro Rasi di Ravenna.


Soggetto Martina Biondi e Silvio Soldini
Regia Silvio Soldini
Con Ivano Marescotti, Gigio Alberti, Silvio Castiglioni
e Silvia Baldini, Roberto Barbolini, Aroldo Beltrambini, Daniele Benati, Silvia Bergero, Ermanno Cavazzoni, Luca Cesari, Giancarlo Consonni, Anna Fabbrini, Gianni Fucci, Valeria Gandus, Rudy Gatta, Vivian Lamarque, Franco Loi, Clelia Martignoni, Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Giaele Pedretti, Giuseppe Prosperi, Annalisa Teodorani, Graziella Tonon, Lucia Vasini.
Da un’idea di Martina Biondi
Produzione TVM Digital Media e Fondazione Cineteca Italiana
Durata 58 minuti
Aiuto regia e montaggio Giorgio Garini
Fotografia Sabina Bologna
Suono Giovanni Isgrò
Mix Massimo Mariani
Post produzione digitale Start


Raffaello Baldini, poeta tra i maggiori italiani del secondo ‘900, scriveva nel dialetto di Santarcangelo di Romagna. Canta dello spaesamento, delle nevrosi dell’uomo contemporaneo con sofferta ironia, capace d’irresistibile comicità. Attraverso le testimonianze, le poesie da lui lette, frammenti dei monologhi, paesaggi romagnoli, si restituisce un poeta ancora sorprendentemente sconosciuto.

 

 

«Mi son divertita, ma così divertita... Son così belle, che non sembrano neanche poesie», dice una signora all'uscita del teatro all'attore Ivano Marescotti, romagnolo di Villanova (Bagnacavallo), che ha appena interpretato i versi di Raffaello Baldini. In Romagna, quando mettono in scena questo autore, il pubblico partecipa sempre con entusiasmo.

Considerato dalla critica uno dei più grandi poeti italiani della seconda metà del Novecento, sono in pochi, in verità, a conoscerlo. Ciò è sicuramente dovuto allo scoglio del dialetto romagnolo e all'inevitabile ma riduttiva etichetta di “poeta dialettale”. In gran parte però dipende dal fatto che ha sempre e solo scritto poesia, anche con i suoi monologhi. E la poesia, di cui pur tanto il mondo oggi ha bisogno, non è più popolare.

Ecco perché si è deciso di realizzare questo film: nell'assoluta convinzione che la sua opera, attualissima, debba e possa conquistare un pubblico più ampio.

Il film documentario Treno di parole, nato da un’idea di Martina Biondi, da lei scritto insieme a Silvio Soldini che ne ha curato la regia e prodotto da TVM Digital Media e Fondazione Cineteca Italiana, ruota attorno all’opera poetica e drammaturgica di Raffaello Baldini, attingendo alla grande varietà di materiale che lui ci ha lasciato: le registrazioni delle poesie lette dalla sua stessa voce in dialetto santarcangiolese e in italiano, i filmini in 8 mm da lui girati negli anni ’60 - ’70, le sue fotografie, gli appunti-audio con cui fissava le idee per poesie e monologhi, le riprese effettuate nelle scuole in cui era invitato a tenere letture, le interviste radiofoniche e televisive. L’idea è restituire lo sguardo del poeta, partendo dal microcosmo di Santarcangelo e dalla sua terra, per arrivare a Milano, città di adozione. A tale proposito, in un’intervista rilasciata alla Radio Svizzera, Baldini ha spiegato come sia più facile raccontare quel che succede in un paese vivendo altrove. Ovvero, per lui, a Milano. Per farlo porta un esempio: “è come per una montagna, solo da lontano puoi vedere veramente com’è fatta.”

Dal suo osservatorio emergono i grandi temi umani: la solitudine, lo spaesamento, le nevrosi quotidiane, l’amore, la morte, il perdono… il tutto pervaso da una grande e leggera ironia. La sua visione del mondo si confronta e si arricchisce attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto personalmente in ambito poetico, teatrale e giornalistico.