l'opera
Elsa Morante da sempre ci accompagna nel nostro lavoro. Ora, a vent’anni dalla morte, di lei si parla poco. Quello che ci ha toccato è che, oltre ad aver previsto la grande omologazione e il regno degli “Infelici Molti”, possedeva una sorta di “premura rivoluzionaria”. C’è una lettera a Goffredo Fofi in cui questa sua sensibilità è evidente: il mondo va a rotoli, è sempre più orribile, e lei si preoccupa della diffusione gratuita dei suoi libri. «È il mio modo di fare la rivoluzione culturale (questo te lo dico per ridere, cioè: magari la mia rivoluzione fosse così semplice e facile! Invece si tratta di una rivoluzione permanente, la mia, forse disperata)». Il pensiero delle Albe corre anche a Martin Luther King quando diceva: «Se anche sapessi che domani sarà gettata la bomba atomica, oggi pianterei lo stesso il melo nel mio giardino». È su questo che abbiamo fondato la nostra po-etica, in una costellazione dove brillano il gesto irriducibile di Luther King e la premura rivoluzionaria di Elsa Morante.
Marco Martinelli
crediti
di Elsa Morante
con Alessandro Argnani, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Alessandro Renda
ideazione e regia Marco Martinelli
promozione Silvia Pagliano, Francesca Venturi
produzione Ravenna Teatro
Il testo La canzone degli F.P. e degli I.M. è contenuto nel volume Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante, Einaudi, Torino, 1968
Prima nazionale: Modena, VIE Scena Contemporanea Festival, Biblioteca Civica d'Arte Poletti, 28 ottobre 2005
Ve lo ripeto, o Signori I.M., non c’è verso: con i F(elici) P(ochi) non ce la potrete mai spuntare. Quelli conoscono il volo da prima assai dell’aviazione, conoscono la medicina che guarisce tutti i mali da prima assai della penicillina quelli sanno la resurrezione dai morti!