L'opera
Colori e suoni dalla tradizione senegalese, bagliori di Islam, immaginazione vera e sentimento dipanano in scena la vicendadi Ibra Fall, storia che viene tramandata in Senegal solo in forma orale.
I santi musulmani non corrispondono esattamente ai nostri santi, non esiste un termine applicabile con perfetta aderenza ad ambedue.
La prima chiesa cristiana chiamava santi tutti i suoi membri, vivi e morti... ecco questo è forse il concetto che più si avvicina alla concezione islamica: i suoi santi vivi e morti, sono consacrati solo dalla vox populi, secondo criteri variabili. Fra i santi giustamente venerati dai musulmani per particolari doni spirituali e altezza d'ingegno, spiccano figure che resisterebbero ad ogni più severa indagine, ma non c'è come per i cristiani una chiesa gerarchica e centrale che li valuti e li proclami, e manca nel Corano una dottrina di santità.
Questa è la storia di una conversione: Ibra Fall è un gigante dotato di una forza sovrumana, abituato a vincere sempre contro tutti fino a che un giorno si mette in viaggio alla ricerca di qualcuno o qualcosa che possa almeno rivaleggiare con lui. E lo trova. Chiek Amadou Bamba, un uomo piccolo e magro, ma in qualche modo più forte di lui che lo convertirà alla religione islamica.
Uno spettacolo coinvolgente e ritmato, in cui oltre alla storia, sono protagoniste indiscusse la danza e la musica di Mandiaye, Mamadou ed El Hadji. Sarà difficile rimanere seduti e non schioccare le dita...
Crediti
di Mandiaye N'Diaye e Marco Martinelli
con Mandiaye N'Diaye, Mamadou Sène, El Hadji Niang