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I Fatti

l'aria infiammabile delle paludi


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fatti


di e con Luigi Dadina e Francesco Giampaoli
produzione Ravenna Teatro / Teatro delle Albe in collaborazione con Brutture Moderne


Prima nazionale Teatro Rasi, Ravenna, 28 giugno 2018

Foto ad alta risoluzione (file zip 307 Kb)

RASSEGNA STAMPA

 

È una ballata blues. Due sgabelli, un narratore, Luigi Dadina, e un bassista, Francesco Giampaoli. Musica e voce per tessere un racconto, fuori e dentro la biografia del narratore, storia di avvenimenti reali o immaginati, oppure semplicemente sognati, che una volta raccontati acquistano lo spessore della verità, diventando più veri del vero.
Nella memoria abbiamo i trebbi della tradizione romagnola, ma anche i griot africani del Teatro delle Albe.
I due protagonisti hanno sempre avvertito un’assonanza con il blues, musica nata nel delta del Mississippi, che Francesco Giampaoli ha rigenerato là dove è cresciuto, vicino alle più familiari valli di Ravenna. Un’anima nera, negra.
Trebbo dal latino trivium, crocicchio, o crossroads, il crocicchio della tradizione blues. Il crocicchio come luogo degli incontri, ma anche come simbolo della possibilità di cambiare strada.

Luigi Dadina attraversa il Novecento, il secolo operaio. La narrazione si apre il 30 giugno 1916: nel cuore dell’estate, sul Monte Colombara muore Dadina Vincenzo Antonio, colono. È il secondo anno della prima guerra mondiale. Dopo millenni non erano più i buoi a tirare l’aratro, comparivano le prime macchine agricole. Il successivo trasferimento della famiglia a Ravenna è legato all’enorme sviluppo industriale della pianura padana, all’estrazione del metano, l’aria infiammabile delle paludi che alimenta il boom economico. Che permette la rinascita del porto di Ravenna. La narrazione si chiude il 13 marzo 1987 con la tragedia della nave gasiera Mecnavi dove tredici persone persero la vita in uno dei peggiori incidenti sul lavoro in Italia.




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